Un arresto a Cantù e perquisizioni dei finanzieri con i cani in grado di fiutare il denaro anche in provincia di Como nell’ambito di un’operazione delle fiamme gialle di Varese per una presunta, maxi frode fiscale. L’inchiesta è sfociata in un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di tre persone.
Sono 70 le aziende coinvolte nelle indagini. Tra il 2017 e il 2021, secondo l’accusa avrebbero beneficiato complessivamente di 30 milioni di euro di fatture per operazioni inesistenti e detratto indebitamente 4 milioni di euro di imposte. Coinvolte anche le province di Milano, Brescia, Monza, Lodi, Pavia, Novara, Treviso e Agrigento. Uno dei tre arrestati è un 58enne nato a Como e residente a Cantù.
L’inchiesta è coordinata dalla procura di Busto Arsizio. Gli indagati, tramite società cartiere avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti, restituendo poi il denaro ai “clienti” in cambio di provvigioni dal 5% all’8% dell’imponibile. Abitazioni e aziende sono state perquisite con i cash-dog, le unità cinofile anti valuta e con l’ausilio di scanner in grado di rilevare la presenza di denaro contante. Sono state trovate oltre 40 carte di credito usate per ritirare il contante e, nascosti in un’intercapedine, 260mila euro in contanti, insieme ad orologi di pregio.
Le indagini sono proseguite per due anni. I finanzieri hanno analizzato tabulati telefonici, effettuato indagini bancarie, intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre a pedinamenti dei sospettati. Per l’accusa, la frode consentiva anche di “ripulire” ingenti quantità di denaro di dubbia provenienza. Le aziende coinvolte operano in diversi settori e potevano ottenere in modo fraudolento risparmi di natura fiscale.