Soddisfazione per Cgil, Cisl e Uil riguardo al disegno di legge che recepisce l’accordo relativo ai nuovi trattamenti fiscali proposto dai sindacati e dai Comuni di Frontiera e sottoscritto lo scorso 23 dicembre 2020 e che, dopo l’approvazione di ieri del consiglio dei Ministri, passerà al vaglio del Parlamento.
L’intesa
L’intesa, per la prima volta integrativa di un trattato internazionale tra gli Stati, era volta a migliorare le condizioni dei lavoratori nel passaggio tra vecchio e nuovo sistema fiscale a seguito dell’accordo che Italia e Svizzera hanno raggiunto con l’adozione del modello di tassazione concorrente contro le doppie imposizioni fiscali cioè, spiega Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale dei frontalieri della Cgil i nuovi lavoratori frontalieri: “Dall’entrata in vigore dell’accordo prevista nel 2023, pagheranno le tasse per l’80% circa in Confederazione e la parte restante in Italia”.
Gli obiettivi raggiunti
Per i sindacati, gli impegni recepiti nel testo di disegno di legge, garantiscono il mantenimento delle condizioni attuali agli oltre 80.000 frontalieri già attivi in Confederazione ed a coloro che istaureranno un rapporto di lavoro dall’entrata in vigore del nuovo accordo, l’innalzamento della franchigia a 10.000 euro per tutti i frontalieri italiani –non solo operanti in Svizzera-. Positiva anche la conferma delle stesse risorse ai 361 Comuni della fascia di confine, oggi garantite dal sistema dei ristorni, e l’istituzione di un Fondo per lo sviluppo economico e il potenziamento delle infrastrutture nelle zone di confine Italo-elvetiche, alimentato con l’extragettito generato dal nuovo sistema fiscale.
Ora attenzione allo Statuto dei lavoratori frontalieri
Il Parlamento sarà chiamato ora ad approvare il disegno di legge che, a differenza del trattato internazionale inemendabile, potrà ulteriormente migliorare. “Auspichiamo che quanto prima –sottolinea Giuseppe Augurusa responsabile nazionale dei frontalieri della Cgil- l’impegno alla convocazione del tavolo interministeriale con i ministeri dell’Economia e delle Finanze, del Lavoro e degli affari esteri e della cooperazione internazionale, possa finalmente essere onorato per tornare a parlare dello Statuto dei lavoratori frontalieri un punto rimasto in sospeso”.