Dopo 16 giorni di lavoro in aula, per 116 ore complessive, e un confronto caldissimo tra maggioranza e opposizione è stata approvata la riforma sanitaria della Regione Lombardia. Via libera con 48 voti a favore e 26 contrari.
“Potenziare il servizio sanitario regionale in particolare per la medicina territoriale, la prevenzione e l’Assistenza Domiciliare Integrata; precisare le competenze dei diversi soggetti interessati, istituire Distretti, Case e Ospedali di Comunità e Centrali Operative Territoriali. Consentire nuove assunzioni di personale medico e infermieristico con l’introduzione della nuova figura dell’infermiere di famiglia. Sono questi i principali obiettivi della legge” ha sottolineato nel suo intervento conclusivo il relatore e presidente della Commissione Sanità, Emanuele Monti.
Tra ieri e oggi le votazioni dei 942 emendamenti e dei 929 ordini del giorno ritenuti ammissibili e che hanno passato il vaglio degli uffici.
Soddisfatta la maggioranza
“Voglio ringraziare innanzitutto la maggioranza per la compattezza dimostrata con il voto di oggi – ha detto il governatore Attilio Fontana – e anche tutti gli attori che ruotano attorno al sistema sanitario e che hanno dato il proprio contributo”.
“Con l’approvazione di questa legge confermiamo il sacrosanto principio della libera e consapevole scelta dei cittadini nell’accesso alle strutture sanitarie e sociosanitarie – ha sottolineato il presidente del Consiglio, il comasco Alessandro Fermi – Il percorso di diagnosi, cura e presa in carico può avvenire tra soggetti pubblici e privati che operano all’interno del sistema sociosanitario lombardo ed è accessibile a chiunque indipendentemente dalla rispettiva situazione sociale ed economica”.
La delusione dell’opposizione
Dal canto loro le opposizioni hanno rimarcato come, da parte della maggioranza, non ci sia stata nessuna volontà seria di confrontarsi. Il Movimento 5 Stelle ha parlato di “confronto negato”, ieri sera – peraltro – i consiglieri sono stati espulsi dall’aula per aver protestato dopo la decisione del taglio degli ordini del giorno. “Abbiamo trovato un muro soprattutto sui temi delle liste di attesa, della prevenzione, del riequilibrio del rapporto tra pubblico e privato e del miglioramento della sanità territoriale. Un atteggiamento inaccettabile” ha sottolineato il pentastellato comasco, Raffaele Erba.
“Con i miei ordini del giorno – ha detto Angelo Orsenigo, consigliere lariano del Pd – ho chiesto tra le altre cose l’istituzione di una Ats Lariana per correggere l’inaccettabile squilibrio a favore di Varese. Ho domandato il potenziamento dei pronto soccorso e la creazione di una vera cittadella della salute nell’ex Sant’Anna di via Napoleona. La giunta – spiega il consigliere Dem – ha deciso di bocciare a priori ogni ordine del giorno basato su richieste territoriali: il centrodestra si è fatto la propria riforma a tavolino, a porte chiuse, senza ascoltare” conclude Orsenigo. Via libera alla Riforma sanitaria lombarda
Maggioranza compatta sul voto, contrarietà netta delle opposizioni