Estradizione dalla Svizzera all’Italia per due dei quattro italiani domiciliati nella Confederazione Elvetica destinatari dei provvedimenti di fermo eseguiti martedì scorso nell’ambito dell’operazione “Cavalli di razza”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, che ha smantellato un’organizzazione di stampo ‘ndranghetista.
Le ramificazioni nella Confederazione Elvetica della criminalità organizzata sono uno degli elementi di novità emersi dall’indagine sfociata nell’esecuzione di 54 provvedimenti di fermo. Le accuse sono a vario titolo bancarotta, corruzione, frode fiscale, estorsione, voto di scambio, spaccio, traffico di armi.
Quattro provvedimenti sono stati eseguiti in Svizzera. Due dei destinatari hanno chiesto di accedere alla procedura semplificata di estradizione. Uno è stato consegnato ieri alle forze dell’ordine italiane a Chiasso, mentre un altro dovrebbe essere estradato domani. Gli altri due arrestati restano al momento nella Confederazione Elvetica.
Sul fronte italiano, sono in corso le convalide dei provvedimenti di fermo, 29 delle quali sono state eseguite a Como. I giudici delle indagini preliminari Carlo Cecchetti e Andrea Giudici hanno convalidato i fermi e confermato le misure cautelari per tutti gli indagati ad eccezione di due, rimessi in libertà. I giudici hanno poi trasmesso gli atti della procedura al Tribunale di Milano, che entro il 5 dicembre dovrà pronunciarsi sulle convalide degli arresti.
“Gli indagati si muovevano tra Lombardia, Calabria e Svizzera”, aveva spiegato il magistrato della direzione distrettuale antimafia Alessandra Dolci. In territorio elvetico, gli inquirenti hanno documentato riunioni con appartenenti ai clan fino a Zurigo, attività di spaccio e anche un traffico di armi.