Prima le estorsioni agli imprenditori locali. Poi il controllo e la gestione di appalti del settore della pulizia grazie al titolare di cooperative del settore. Infine, dopo che un’operazione della procura di Como ha scardinato la frode delle false coop, la ripresa delle estorsioni e le infiltrazioni non più solo nel settore delle pulizie ma anche della ristorazione, del trasporto conto terzi, del facchinaggio. Scorrendo l’elenco dei 54 destinatari dei provvedimenti di fermo ci sono trenta comaschi. Tra i nomi, numerosi risultavano già coinvolti nell’indagine “Nuovo Mondo”, che aveva portato la procura di Como a smantellare un sistema di false cooperative. Proprio a quell’inchiesta si lega quella sfociata oggi nell’operazione “Cavalli di razza”, condotta dal nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Como, agli ordini del comandante Samuel Bolis e dalla squadra mobile di Milano e coordinata dalla Dda di Milano e di Reggio Calabria.
“L’indagine ha consentito di ricostruire la storia di circa quindici anni di presenza della ‘ndrangheta nel territorio a cavallo tra le province di Como e Varese, evidenziandone la vocazione sempre più imprenditoriale e svelandone le modalità di mimetizzazione e compenetrazione con il tessuto economico-legale”, hanno sottolineato i magistrati che hanno coordinato l’inchiesta, Alessandra Dolci, Sara Ombra e Pasquale Addesso, che già aveva condotto l’indagine della procura di Como.
I reati contestati a vario titolo agli indagati sono bancarotta, corruzione, frode fiscale, estorsione, voto di scambio, spaccio, traffico di armi. L’organizzazione si era ramificata anche in Svizzera.