“Si diventa campioni, sotto tanti aspetti. Non si nasce campioni. Magari si può nascere con del talento ma che va coltivato con sacrificio, umiltà rispetto e senso del lavoro. E questo vale non solo nello sport ma anche nell’ambito lavorativo”. Un messaggio chiaro e deciso. Parole motivazionali che arrivano dall’ex calciatore e allenatore, nonché campione del mondo nel 2006, Gianluca Zambrotta. Parole rivolte agli studenti in generale ma questa mattina, dirette a quelli del Pontificio Collegio Gallio, durante l’inaugurazione dell’anno accademico dello storico istituto Comasco.
“Io ho fatto la scuola di setificio e quindi sono perito tessile. Andavo a scuola e poi studiavo e andavo a calcio. E’ stato un periodo difficile” continua Zambrotta “Ma il calcio mi ha cambiato la vita e in meglio. Sono convinto che lo sport aiuti i ragazzi e li faccia crescere anche da un punto di vista emotivo” Quelle del campione Comasco, non sono state le uniche testimonianze portate sul palco dell’auditorium del Gallio. “Oggi i ragazzi sono in fondo alla sala. Ma un domani saranno davanti. Al posto degli adulti” ha ricordato il direttore Fabio Monti ai tanti ospiti, tra cui le autorità del territorio ma anche gli alunni, ed ex alunni del Collegio.
“Sono tornati tutti in presenza, e questa è la cosa più importante” ha spiegato il padre Rettore Giovanni Benaglia. La pandemia, ha cambiato sì le modalità della didattica. Ma non le priorità della scuola. “Il nostro motto è impariamo per la vita non tanto per la scuola” ha concluso padre Benaglia “bisogna saper affrontare le situazioni della vita”.