Oggi, la prima di una lunga serie di discussioni in Consiglio regionale a Milano dove è arrivato, dopo l’approvazione in Commissione, il testo della legge di revisione del sistema sanitario Lombardo. A Palazzo Pirelli, il dibattito (iniziato alle 10:00) sulla riforma entra nel vivo con 1983 emendamenti e 6862 ordini del giorno presentati dai gruppi di opposizione.
“Mi aspetto che ci saranno almeno sette, otto consigli regionali di sola discussione generale dopodiché spero si possa cominciare a votare gli emendamenti. Quindi l’auspicio è che questa riforma possa trovare una conclusione entro la fine di novembre” ha detto Alessandro Fermi, presidente Consiglio regionale.
Due, i miliardi da spendere per la riorganizzazione del sistema sanitario della Lombardia. Soldi che arriveranno per metà dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e per l’altra, dalla Regione.
“Questa riforma cade in un momento storico favorevole- ha continuato Fermi- Noi abbiamo la necessità di rafforzare la medicina territoriale e cioè tutta quella parte che sta tra il cittadino e l’ospedale. Che già prima della pandemia aveva sofferto e che la pandemia ha amplificato come sofferenza”. Risorse che serviranno per realizzare nuove strutture di prossimità, come le case e gli ospedali di comunità. Un piano che per le opposizioni non basterà a innescare un reale cambio di passo del sistema.
“Questa non è una riforma” tuona il capogruppo M5S, Massimo De Rosa” È solo un modo per portare a casa i fondi del Pnrr ottenuti dal premier Conte, realizzare le strutture di comunità, ma senza un’organizzazione vera a livello territoriale della sanità e senza modificare le vecchie riformi Formigoni e Maroni e quindi senza dare più servizi al cittadino”.
Per i gruppi d’opposizione, il sistema lombardo favorirebbe ancora il settore privato a discapito del portafoglio dei cittadini. Ma non la pensa così Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia, che in sede consiliare ha risposto alle accuse: “Per noi la libertà di scelta e la competitività tra il pubblico e il privato è il modello di riferimento ed è il modello che in questi 25 anni ha portato la nostra regione ad essere la prima in Italia sul tema della qualità legata alla sanità“.