Maggiore radicamento sul territorio delle strutture, introduzione dell’Ospedale di Comunità per ricoveri brevi, delle Case di Comunità per la cura dei malati cronici e assistenza domiciliare e telemedicina assicurati dai servizi territoriali. Comincerà domani la “maratona” consiliare dedicata all’esame e alla discussione del progetto di legge di riforma della sanità lombarda che modificherà la legge n°33 del 2009. Il presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi ha convocato le prime tre sedute che da lunedì 15 si terranno ogni giorno -esclusi sabato e domenica- fino al 26 novembre. 1983 gli emendamenti presentati -1543 dai 5 Stelle, 310 dal Pd-, oltre 4.000 gli ordini del giorno ad oggi; come spiegato dal presidente Attilio Fontana, l’oggetto della riforma investe direttamente il programma di governo, non sarà possibile votare a scrutinio segreto.
Le principali novità
Il progetto di legge n°187 si occupa di attuare un potenziamento generale della medicina territoriale e dell’ambito della prevenzione, precisando le competenze dei diversi soggetti interessati -Ats, Asst, Assessorato e Direzione generale-, istituendo le Case di Comunità, gli Ospedali di Comunità e le Centrali Operative Territoriali e potenziando l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI). Tra le novità, l’istituzione all’interno delle Asst dei distretti, dei dipartimenti funzionali di prevenzione e dei dipartimenti di cure primarie. Alle Asst viene assegnata l’attuazione degli atti di indirizzo e di pianificazione, alle Ats spettano programmazione delle attività dei dipartimenti, coordinamento e sottoscrizione dell’accordo con i medici di medicina generale e politiche di investimento. Il raccordo con i sindaci del territorio viene a realizzarsi a livello di distretto. Altri punti di rilievo riguardano il rapporto pubblico-privato e il ruolo dei medici di medicina generale, che viene definito “centrale” nel percorso di cura degli assistiti in particolare quelli affetti da malattie croniche. La rete territoriale prevede un distretto ogni 100 mila abitanti -uno ogni 20 mila nelle aree montane-. Le Case di Comunità costituiranno il punto unico di accesso alle prestazioni sanitarie e saranno il punto di riferimento per i malati cronici. Le Centrali Operative Territoriali (una per ogni distretto) avranno la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari e si avvarranno di tutte le attività di telemedicina e medicina digitale. L’Ospedale di Comunità si occupa di ricoveri brevi e di pazienti che necessitano di interventi sanitari a media/bassa intensità clinica. Di norma dotato di venti posti letto fino ad un massimo di 40.
La Regione ipotizza la realizzazione di 203 Case di Comunità, 60 Ospedali di Comunità e 101 Centrali Operative Territoriali. L’investimento complessivo previsto sfiora i 470 milioni di euro grazie alle risorse alle risorse del Pnrr.