“Fare patria dell’uomo il mondo” è il tema scelto dalla diocesi di Como per la celebrazione dell’anno scalabriniano. Un evento di risonanza mondiale che prenderà il via il 5 novembre, in vista del 25° anniversario di beatificazione di Giovanni Battista Scalabrini, il sacerdote comasco conosciuto come “l’apostolo degli emigranti”.
L’anno Scalabriniano 2021-2022 è stato organizzato su iniziativa degli Scalabriniani della Diocesi di Como, in collaborazione con l’Ufficio diocesano per la Pastorale dei migranti e il Settimanale della diocesi di Como e inizierà ufficialmente venerdì.
Un primo appuntamento fissato per le 20.30 all’Auditorium Carducci di viale Cavallotti a Como che ospiterà il dibattito dal titolo “L’attualità del pensiero del beato Scalabrini sull’emigrazione”. Sul tema dialogheranno padre Mario Toffari, scalabriniano vicepostulatore della causa di canonizzazione per Europa e Africa, il deputato del PD Emanuele Fiano, il consigliere provinciale Maria Grazia Sassi e il giornalista di “Avvenire” Nello Scavo. L’accesso sarà libero e per partecipare sarà necessario esibire il green pass. Domenica 7 novembre alle ore 10 è in programma la Santa Messa solenne nella chiesa di San Bartolomeo a Como, concelebrata dal vicario generale della Congregazione dei Missionari scalabriniani, padre Gianni Borin, verrà trasmessa in diretta su Espansione Tv e sui canali social della diocesi di Como.
Era il 9 novembre 1997, quando a Roma papa Giovanni Paolo II proclamava beato Giovanni Battista Scalabrini, nato a Fino Mornasco nel 1839. Dapprima parroco della chiesa di san Bartolomeo e successivamente Vescovo di Piacenza, Scalabrini maturò la sua sensibilità nei confronti degli emigranti dopo aver visto, alla stazione di Milano, migliaia di persone in partenza per luoghi lontani, con valigie ricolme della speranza di un futuro migliore. Un tema attuale se pensiamo “alla nostra Comunità, caratterizzata oggigiorno per la sua multietnicità e multiculturalità – riflette il priore di San Bartolomeo in Como don Gianluigi Bollini. Attraverso la disponibilità, l’accoglienza e il camminare insieme – conclude – possiamo realizzare il grande sogno di Scalabrini».