Obiettivo diecimila firme in cento giorni. Il Partito Socialista svizzero lancia una sottoscrizione su uno dei temi più dibattuti al confine, quello del salario minimo, che entrerà in vigore dal primo dicembre prossimo, e dei contratti collettivi in deroga.
La petizione “Per un salario minimo sociale” si aprirà il 30 ottobre prossimo e punta a modificare l’ammontare del salario minimo stabilito, alzandolo rispetto ai 19 franchi svizzeri previsti attualmente dalla normativa che entrerà in vigore anche in Canton Ticino tra poco più di un mese. Calcolando uno stipendio lordo mensile si tratta di 3.500 franchi al mese.
La legge che applica il salario minimo è stata votato dai cittadini elvetici nel 2015. Da settimane però è scoppiata una polemica su possibili distorsioni della norma e proprio su questo si inserisce l’iniziativa del Partito socialista. Ci sono infatti imprese che hanno sottoscritto contratti collettivi in deroga al salario minimo con un sindacato vicino alla Lega dei ticinesi, il “TiSin”.
Accordi che, denunciano da più parti, avrebbero l’obiettivo di “aggirare” la nuova legge sul salario minimo, anche se il referendum del 2015 prevedeva l’esclusione dei contratti collettivi dalle regole per un tetto minimo della retribuzione.
Il Partito Socialista vorrebbe invece con questa raccolta firme chiedere di eliminare la deroga al salario minimo quando viene firmato un contratto collettivo e inoltre aumentare l’ammontare della paga oraria minima da corrispondere ai lavoratori. “Diciannove franchi non sono il corrispettivo di un salario minimo sociale, che permetta di vivere in Canton Ticino – ha spiegato Fabrizio Sirica del Partito socialista – La nostra proposta va dai 21.50 ai 22 franchi, ovvero quasi 4mila franchi al mese. Un salario con cui si riesca a vivere”.