Da venerdì scorso, primo giorno di green pass obbligatorio in Italia per lavorare, il numero dei certificati medici per malattia è sensibilmente aumentato.
A pensar male si fa peccato, ma spesso si azzecca.
In Italia, venerdì scorso sono stati presentati poco più di 93mila certificati medici. Oltre sedicimila in più rispetto al venerdì precedente. E attenzione a non scivolare nella trappola del pregiudizio geografico, immaginando che il malcostume del “certificato facile” sia una pratica più diffusa al Meridione. Perché, stando ai dati riportati oggi dal Corriere della Sera il maggior incremento di certificati medici si è registrato dove? In Puglia? Campania? Basilicata?
No. In Lombardia. Nella regione spesso dipinta come modello di efficienza e dedizione al lavoro, in una settimana – da lunedì a lunedì – i dipendenti hanno presentato il 15,4% in più di certificati medici.
Senza green pass – lo ricordo – si sta a casa senza stipendio, in malattia invece lo stipendio arriva. Ora, visto che non basterebbe un esercito di medici a controllare i finti malati che vogliono eludere l’obbligo di green pass, faccio due appelli.
Il primo ai sindacati: diano prova di credibilità condannando, con forza, i furbastri che sfruttano l’istituto della malattia, un diritto prezioso che va difeso dagli abusi.
Il secondo appello va ai furbastri in questione. Perché pur non condividendo la posizione dei “no green pass”, rispetto chi mostra un minimo di coerenza e rinuncia allo stipendio o fa Abbiate a un pizzico di dignità. Siete convinti della contrarietà al green pass? Non volete vaccinarvi o tamponarvi? Benissimo. Siate coerenti e rimanete a casa. Senza stipendio. Ma non sfruttate il diritto alla malattia. Perché vi assicuro che chi sta a casa malato, e magari malato gravemente, farebbe volentieri a meno di quel diritto che voi state calpestando.