Nuovo capitolo della contesa tra Como Nuoto e Pallanuoto Como sul bando per la gestione della piscina di Viale Geno, sede storica della Como Nuoto. Proprio questa società, tramite i legali Valentina Pillosio e Daniela Vigliotti, si è opposta alla richiesta di archiviazione avanzata dalla procura per due dei tre indagati nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Mariano Fadda.
Il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Como Laura De Gregorio ha disposto entro dieci giorni l’imputazione coatta per l’ipotesi di reato di turbata libertà degli incanti per i due, Federica Dato e Carlo Lazarich, rappresentante della società genovese che aveva partecipato alla gara con Pallanuoto Como. La stessa accusa era stata contestata a Giovanni Dato, presidente della Pallanuoto Como, al quale è già stata notificata la chiusura delle indagini.
Per il giudice la gestione della piscina di viale Geno è “interesse comune dei tre” e “non ci sono elementi per escludere a priori il concorso”. Tesi evidenziata anche dai legali della Como Nuoto al momento dell’impugnazione dell’archiviazione chiesta dalla procura. Per il magistrato alla gara “aveva operato solo il presidente” e non gli altri due.
“Ero già esterrefatta prima su questa vicenda surreale – commenta Federica Dato – Lo sono ancora più oggi, ma resto serena perché ho fiducia in chi giudica e nella verità”.
Il bando per l’assegnazione dell’impianto di viale Geno è oggetto di una contesa infinita. Nei mesi scorsi la guardia di finanza aveva perquisito la sede della Pallanuoto Como in via Diaz. Sotto la lente in particolare le comunicazioni sul numero degli atleti, elemento fondamentale per l’aggiudicazione della gara. Le fiamme gialle avevano perquisito anche gli uffici del Comune dopo un esposto presentato dal consigliere di minoranza Alessandro Rapinese. L’impianto, inizialmente assegnato alla Pallanuoto Como era poi stato riaffidato alla Como Nuoto.