Vendeva abbonamenti “pirata” alle pay tv, diffondendo in modo illecito i contenuti. Un giro d’affari da oltre mezzo milione di euro, scoperto e bloccato dalla guardia di finanza. Denunciato il presunto responsabile, un uomo residente in provincia di Varese. Multati e a loro volta denunciati anche 1.800 clienti, compresi 22 comaschi.
Al momento della sottoscrizione dell’abbonamento, con canone mensile, i clienti venivano avvisati. “La visione può comportare rischi collegati ai diritti esclusivi di diffusione della proprietà intellettuale”, era una delle clausole che veniva indicata e di fatto accettata dai clienti.
Il varesino che, per la guardia di finanza era il responsabile del commercio illecito è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Milano, sezione reati informatici, con l’accusa di contraffazione, alterazione o uso di marchi, violazione della proprietà intellettuale e frode informatica. L’uomo è stato inoltre denunciato per non aver pagato le tasse sui redditi incassati con gli abbonamenti pirata.
L’indagine delle fiamme gialle è partita dalla segnalazione di operazioni sospette dei militari della compagnia di Gallarate. Gli investigatori hanno intercettato tempestivamente l’alert, accertando che il varesino vendeva illegalmente servizi televisivi a pagamento su tutto il territorio nazionale tramite proprie piattaforme internet.
Nel mirino della finanza anche i clienti, 1.800 in tutta Italia quelli identificati al momento, 22 dei quali residenti in provincia di Como. Tutti sono stati denunciati per ricettazione alle procure competenti per territorio. Tutti sono stati inoltre sanzionati per un totale di 300mila euro.
L’abbonamento pirata permetteva di ricevere i contenuti a pagamento di numerosi canali e le trasmissioni in streaming tramite un dispositivo connesso alla rete internet. Gli utenti potevano seguire i programmi su smart tv, tablet, pc e smartphone.