Un addio – quello dell’ex assessore allo Sport e Ambiente Marco Galli – che ha finito per acuire e dilatare – ancora di più di quanto già non lo siano – tensioni, dissidi, incomprensioni e fratture interne. E’ crisi politica a Palazzo Cernezzi a Como. La maggioranza prova a ricompattarsi mentre si è aperta la partita per il post Galli con la riassegnazione delle competenze dell’ex assessore. Si va verso lo spacchettamento delle deleghe che sarebbero divise tra i diversi assessori delle giunta.
Tra le varie ipotesi quella più accreditata al momento vedrebbe restare nelle mani del sindaco di Como, Mario Landriscina, le deleghe che riguardano le grandi questioni legate all’Ambiente.
Il Verde, ossia Parchi e Giardini, andrebbe all’attuale assessore ai Lavori Pubblici di Como, Pierangelo Gervasoni mentre Sport e Tempo Libero andrebbero ad aggiungersi alle deleghe alla Cultura della collega di giunta Livia Cioffi.
Una poltrona difficile quindi quella lasciata vacante dall’ex assessore. Si tratta di deleghe spinose e controverse, spesso finite al centro di polemiche e che inglobano questioni praticamente irrisolvibili per la fine del mandato.
Il completamento della bonifica dell’ultima porzione di terreno nell’area dell’ex Ticosa, Palasport e la piscina olimpionica di Muggiò e ancora il rifacimento dei giardini a lago e in ultimo il completamento del progetto che riguarda Villa Olmo. Opere importanti che la città attende da tempo, ad oggi però ancora senza un futuro chiaro a cui ora si aggiunge il rischio – purtroppo concreto – di restare inesorabilmente incompiute.
Intanto, dal canto suo, in un’intervista che comparirà domani sulle pagine del Corriere di Como, il sindaco Landriscina ha spiegato che non convocherà nessuna riunione di maggioranza con le forze politiche alleate per discutere la spartizione delle deleghe.
Questo lascia dunque intuire la volontà da parte del primo cittadino di procedere in maniera autonoma o con una cerchia molto ristretta, senza eventuali pressioni da parte delle forze politiche alleate.
Intanto ad oggi sullo sport e l’ambiente la città di Como resta senza interlocutore.