Medici e infermieri sospesi dal servizio perché non vaccinati, il totale in provincia di Como è al momento di 32 e 102 a fronte di un totale di circa 3.600 iscritti all’Ordine dei medici e degli odontoiatri e di 3.700 all’Ordine delle professioni infermieristiche. Meno del 2% in media, con un dato che oscilla tra lo 0,9% dei medici e il 2,7 degli infermieri.
Mentre da un lato gli esperti del Comitato tecnico scientifico stanno definendo tempi e modalità dell’eventuale somministrazione della terza dose al personale sanitario, dall’altro procedono i percorsi delle Ats per la sospensione dal servizio degli operatori impegnati nel campo della salute che non hanno aderito alla campagna vaccinale.
I medici
“A fronte di circa 3.600 iscritti all’Ordine tra medici e odontoiatri le sospensioni sono 32 – spiega Gianluigi Spata, presidente dell’ordine provinciale e della federazione degli ordini della Lombardia – Il percorso prevede una parte istruttoria in carico all’Ats, che invia una mail con posta certificata ai medici che non risultano vaccinati per approfondire la situazione. Rispetto ai numeri iniziali la situazione si è ridimensionata. La gran parte dei colleghi ha effettuato la vaccinazione”.
Il totale di 32 comprende medici e odontoiatri di tutta la provincia in servizio in ospedali, ambulatori e strutture private. Proprio nei giorni scorsi l’Ats Insubria aveva segnalato il primo caso di stop a un medico di medicina generale.
Gli infermieri
Il presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Como Dario Cremonesi fa il punto sulla categoria, che conta una quota numericamente maggiore di non vaccinati rispetto a quella dei medici. “Ad oggi abbiamo fatto 152 sospensioni, 50 delle quali però sono state revocate perché nel frattempo è avvenuta la vaccinazione e siamo dunque a 102 sospesi su circa 3.700 iscritti – spiega Cremonesi – Il numero delle sospensioni è purtroppo aumentato e, come sappiamo dal costante confronto con Ats, non è ancora definitivo. Registriamo tuttavia un ripensamento di almeno 1/3 dei colleghi sospesi”.
“Continuare a sensibilizzare il personale sanitario continua a essere un’assoluta priorità – conclude Cremonesi – Personalmente però auspico ad una pronta programmazione della terza dose per il personale sanitario, valutandone l’appropriatezza prima con un dosaggio degli anticorpi”.