Ripartono, all’università dell’Insubria i corsi Filis per diventare formatori interculturali di lingua italiana per stranieri, proposti dall’Università dell’Insubria. Il progetto, che si inserisce nell’ambito del Disuit, Dipartimento di Scienze umane e dell’innovazione per il territorio, è diretto da Gianmarco Gaspari con la consulenza di Elisabetta Moneta Mazza.
Caratteristica principale: offrire lezioni fruibili in streaming, senza vincoli d’orario, in modo da facilitare la partecipazione a tutti. L’obiettivo: preparare chi già lavora o vuole lavorare, in Italia e all’estero, nel campo dell’insegnamento della lingua e della cultura italiana. Alle precedenti edizioni hanno partecipato più di 1100 studenti, provenienti non solo da tutta Italia, ma anche da Francia, Svizzera, Austria, Russia, Irlanda e l’anno scorso, da Polonia, Australia e Cina. «Vogliamo creare figure professionali in grado di lavorare in contesti comunicativi multietnici, con un profilo specifico per l’insegnamento interculturale della lingua italiana – spiega la docente Elisabetta Moneta Mazza, consulente didattica del corso –. L’intercultura è un punto fermo all’interno del Progetto Filis, che è la nostra risposta alle esigenze di una società che si trova al centro di una vera e propria rivoluzione culturale di dimensioni globali. Il nostro scopo è porre le basi per un’interazione efficace tra persone appartenenti a realtà culturali differenti. Non basta parlare una lingua, bisogna anche parlare la sua cultura».
Aggiunge Gianmarco Gaspari, docente di letteratura italiana all’Università dell’Insubria e direttore del corso: «Sappiamo tutti che la pluralità delle culture si esprime attraverso le varietà linguistiche. L’acquisizione dell’italiano permette ai nuovi parlanti la partecipazione al processo di democratizzazione che connota ogni convivenza civile degna di questo nome. La nuova lingua diventa al tempo stesso forza creatrice di legami sociali e vettore di mediazione per eccellenza».