Il dissesto finanziario dichiarato dal Comune di Campione, schiacciato da un debito di oltre venti milioni di euro, nel giugno del 2018. Il mese successivo, la chiusura del Casinò dell’enclave dopo la dichiarazione di fallimento del tribunale di Como. Una dichiarazione poi annullata per vizi di forma e sfociata in un nuovo procedimento e nel via libera a un piano di concordato che dovrebbe portare alla riapertura della casa da gioco.
Dissesto e chiusura del casinò hanno innescato una crisi economica e sociale che ha messo in ginocchio l’intero paese. Quasi 400 i dipendenti della casa da gioco rimasti senza lavoro, che si aggiungono a un centinaio di esuberi dichiarati dal Comune. Senza contare l’indotto, con l’intera comunità che ruotava attorno ai tavoli verdi.
Entro la fine dell’anno ora la speranza è di veder ripartire il casinò. Proprio ieri, Cgil, Cisl e Uil hanno inviato l’ennesima nota ufficiale al Comune di Campione chiedendo di essere informati sulle possibili tappe verso la riapertura.
Il deputato comasco di Fratelli d’Italia Alessio Butti invece ha presentato un’interrogazione a risposta scritta alla Camera sul Casinò di Campione. Butti chiede al ministro dell’Economia e delle finanze, al ministro per la Pubblica amministrazione e al ministro dell’Interno “se il Governo intenda assumere, o siano già state assunte iniziative, per quanto di competenza, alla luce dell’esigenza di assicurare il buon andamento dell’attività amministrativa e la tutela della finanza pubblica a Campione d’Italia”.