Senza green pass, stop allo stipendio ma niente azione disciplinare.
Il decreto legge sull’obbligo del certificato verde nei luoghi di lavoro, approvato la scorsa settimana in Consiglio dei ministri, è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale, con una modifica. Il Governo ha infatti deciso di cancellare un aspetto del testo che sembrava controverso e cioè quello che imponeva “l’apertura di un procedimento a carico del dipendente” sprovvisto di green pass.
La sanzione per assenza ingiustificata avrebbe infatti portato fino alla sospensione del rapporto di lavoro, una misura che oggi non compare nel testo definitivo.
È presente invece il riferimento esplicito al diritto del lavoratore di conservare il rapporto di lavoro. Il nuovo decreto che interesserà 23 milioni di lavoratori, in vigore dal 15 ottobre, impone quindi che la persona priva di documento non percepisca lo stipendio e sia considerata “assente senza giustificazione” fino alla presentazione del green pass e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2021, data in cui terminerà lo stato di emergenza.
“Certamente l’assenza di azione disciplinare e quindi in una logica di tutela del dipendente, l’esito di questo nuovo decreto è positivo perché la persona non rischia il posto di lavoro” ha spiegato il segretario generale alla Funzione pubblica Uil del Lario, Vincenzo Falanga – Tuttavia il green pass rimane un’imposizione burocratica difficile da controllare” continua il sindacalista che definisce il certificato verde “un meccanismo che nasconde l’incapacità di prendere una scelta politica sulla vaccinazione”.