Canton Ticino poco competitivo rispetto agli altri Cantoni della Svizzera. Lo rivela uno studio dell’Ubs, società svizzera di servizi finanziari con sede a Zurigo e Basilea, che piazza il Ticino al 21° posto su 26 cantoni per indice di competitività. Risultato che ha scatenato il dibattito sui lavoratori frontalieri.
L’economista non accetta la classifica
Oggi, sul “Corriere del Ticino”, il professore di Economia all’Università della Svizzera Italiana, Rico Maggi, ha detto che «non accetta quella classifica perché non tiene conto della vicinanza del Canton Ticino con la Lombardia, confine che è un «valore per l’economia». Anche il capitale umano ticinese, secondo Maggi, economista e direttore dell’Istituto di ricerche economiche, non potrebbe fare a meno della Lombardia. Dichiarazioni che non sono piaciute a Lorenzo Quadri della Lega dei Ticinesi, membro dei Consiglio nazionale della Svizzera e direttore del “Mattino della domenica” da sempre su posizioni anti-italiane e anti-frontalieri.
“Come no”
«Come no: oltre 72mila frontalieri al giorno più svariate migliaia di padroncini sono un valore per l’economia. Il dumping salariale è un valore per l’economia. I lavoratori ticinesi soppiantati da permessi G è un valore per l’economia – tuona Quadri dalla sua pagina Facebook. Il numero dei frontalieri intanto continua a crescere. Nel secondo trimestre 2021 i permessi G attivi in Svizzera sono circa 348mila, il 2,2% in più rispetto al secondo trimestre 2020. Per quanto riguarda il Canton Ticino a fine giugno si contavano 71.586 stranieri con il permesso G, l’1,8% in più rispetto al primo trimestre e +3,5% sul 2020. Rappresentano oltre il 30% degli occupati nel Cantone. Alla fine del 2020 il Ticino contava 350.986 residenti permanenti, 505 persone in meno sul 2019. È il quarto anno consecutivo che la popolazione diminuisce. Nel 2020 il calo è dovuto principalmente all’elevato numero di decessi.