Il green pass serve. Ma non ovunque. E a cinque giorni dall’entrata in vigore dell’obbligo, proprio le differenze tra dove vada mostrato e dove no, creano i maggiori dubbi. Soprattutto in una zona altamente turistica come il Lago di Como, dove gli albergatori lanciano un appello: “Serve uniformità tra i vari paesi”.
Il pass non è infatti obbligatorio per gli ospiti degli hotel mentre lo è per chi, non pernottando, volesse cenare nel ristorante della struttura. “Gli albergatori per adesso non hanno riscontrato particolari difficoltà – ha spiegato Luca Leoni, presidente dell’Associazione Albergatori di Confcommercio Como – Il cliente non ha l’obbligo di mostrare il pass, e quindi noi siamo per ora solo spettatori della situazione”. “Chiediamo il certificato solo se le persone desiderano mangiare all’interno – ha spiegato ancora Leoni – ma le strutture della zona possono contare sulla grande capienza degli spazi all’aperto” ha continuato il presidente.
A fronte delle poche difficoltà riscontrate al momento, sembra però concretizzarsi qualche problema in vista dei prossimi mesi. Sempre secondo Leoni, le preoccupazioni maggiori si concentrerebbero sull’autunno, momento in cui il territorio lariano tradizionalmente si dovrebbe popolare del turismo anglosassone. L’Associazione Albergatori ha riscontrato un forte calo della presenza inglese e le tante cancellazioni parrebbero dovute alle differenti regole in merito agli spostamenti. “La non uniformità delle norme – ha detto Leoni – è il motivo più evidente di difficoltà”. Ai turisti provenienti dal Regno Unito appunto, verrebbe imposto l’obbligo di quarantena e le procedure di ottenimento del passaporto vaccinale sarebbero ancora complicate.
“Per un territorio turistico come il nostro, le maggiori difficoltà riguardano i cittadini stranieri”, così è intervenuto anche Claudio Casartelli, presidente di Confesercenti Como che nei primi giorni di Green Pass obbligatorio concorda sulla necessità di rendere chiare le regole anche per chi viene da altri paesi e non solo per gli esercenti che temono di incorrere in sanzioni. Proprio su questo tema, si è espresso anche il direttore di Confcommercio Como, Graziano Monetti che ha rassicurato: “In base agli ultimi chiarimenti l’esercente non è tenuto ad assumere il ruolo di controllore ma ha solo l’obbligo di verificare il possesso del green pass. In caso di controllo, a rispondere di un eventuale falso è il cittadino”.