Audizione protetta oggi in tribunale a Como di uno degli operatori che ha agito da infiltrato nell’ambito di un’inchiesta su presunti finanziatori del terrorismo islamico. In Corte d’Assise si è svolta oggi una nuova udienza del processo, a carico di 13 persone, accusate di aver contribuito alla raccolta di denaro utilizzato «per il compimento di condotte con finalità di terrorismo». Gli indagati avrebbero raccolto somme di denaro nel territorio del Triangolo Lariano e dell’Erbese, ma anche in altre aree d’Italia, in Svezia e in Ungheria, da inviare tra Libano e Siria per sostenere gruppi jihadisti. La mente del gruppo, per l’accusa era residente a Camerlata. Gli indagati avrebbero utilizzato un sistema finanziario abusivo fondato sulla fiducia tra le parti che permette una fitta rete di scambi e trasferimenti di contante da e per l’Italia con destinazioni svariate, tra le quali appunto quelle teatro di conflitti bellici.
Le indagini sono state condotte dai finanzieri del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata di Roma, lo Scico e hanno riguardato anche il traffico di migranti organizzato sulla rotta balcanica da alcuni siriani di Erba.