Lo sbarramento tra Colonno e Argegno, per il futuro cantiere della variante della Tremezzina, non può «essere aggirato se non via lago. Ho percorso a piedi il sentiero a monte che collega i due punti interdetti ma è assolutamente impraticabile». Sono le parole del sottosegretario regionale della Lega, Fabrizio Turba che ha voluto provare a percorrere, a piedi, il sentiero che parte in prossimità del cimitero di Colonno per poi unirsi ad Argegno. Si tratta di un collegamento che però «non è assolutamente adatto a far transitare le persone. Un conto è se lo si inserisce in un più ampio giro, magari turistico, nella zona – dice – altrimenti per chi deve usarlo per lavoro, per andare a prendere il bus o altro è assolutamente impercorribile, ci sono punti in cui si sale per poi riscendere, altri da ripulire», spiega Turba. Sfuma dunque almeno per ora il tentativo di trovare un tracciato a piedi che possa consentire di congiungere i due centri anche durante i mesi che vedranno lo stop totale al passaggio di veicoli e persone lungo al Regina per i lavori della Variante.
La prova sul campo del sottosegretario è stata fatta anche perchè «l’ipotesi di creare un passaggio pedonale all’interno dell’area di cantiere – spiega ancora – è pressoché impossibile da realizzare per motivi di sicurezza». Se dunque la situazione dovesse rimanere invariata e se quindi l’unica via per spostarsi rimarrà, con ogni probabilità, il lago «sarà necessario studiare nel dettaglio cosa fare. Innanzitutto andrà potenziato il servizio. Andrà creata una navetta che colleghi i due centri in maniera continuativa e gratuitamente – spiega Turba – Penso a chi lavora, a chi deve semplicemente andare nell’altro comune e soprattutto agli studenti». Andrà fatta un’analisi approfondita.
Domani mozione in consiglio regionale
Intanto domani in consiglio regionale verrà discussa una mozione sul tema presentata dal consigliere comasco del Movimento 5 Stelle, Raffaele Erba. «Il contenuto verte sulla necessita di istituire un tavolo tecnico per individuare soluzioni condivise per un piano di mobilità alternativa che minimizzi l’impatto del cantiere. Aspetto centrale della mozione è che tale piano sia reso pubblico, cosi come per i successivi passaggi sull’avanzamento lavori».