“Nel periodo estivo la Statale Regina sarà percorribile. Mi sento di essere ottimista e confidente su questo punto”. E’ Mauro Guerra a rassicurare chi vive o lavora sulla sponda occidentale del Lago di Como, sui disagi che inevitabilmente colpiranno la zona per i prossimi cinque anni. Tanto, infatti, durerà il cantiere per la Variante della Tremezzina, opera che il territorio attende da oltre vent’anni per sgravare il Centro Lago dal traffico di transito.
“Serve un piano di mobilità alternativa”
Guerra non è solamente sindaco di Tremezzina. E’ anche presidente lombardo dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, e da parlamentare Pd si è battuto per portare a casa l’opera. Ora dovrà gestire – insieme con tutti i soggetti coinvolti – le ricadute del maxicantiere su un territorio la cui viabilità è già delicatissima. “Abbiamo avuto contatti con Anas, con il consorzio aggiudicatario dei lavori, con i sindaci, con i gestori di autobus e traghetti, con il prefetto di Como e il presidente Fontana. L’avvio del cantiere – dice – è tecnicamente molto complesso. Si stanno studiando tutte le possibilità per ridurre i tempi di chiusura totale della Regina, ma al tempo stesso ho chiesto al presidente Fontana di poter elaborare anche un piano di mobilità alternativa. Sia per il traffico privato – pensiamo al passaggio dalla Valle Intelvi o dalla Svizzera – sia per il trasporto pubblico. Stiamo lavorando anche con Asf Autolinee e Navigazione per ipotizzare navette che saltino i punti di cesura. I traghetti, soprattutto tra Varenna e Menaggio, andranno potenziati”.
“Non è un problema di soldi, ma di complessità”
Non è, spiega Guerra, un problema economico. Già solamente il ribasso d’asta di 80 milioni fornisce risorse concrete. È piuttosto un problema di complessità. “Ma attorno al tema c’è convergenza politica – dice il sindaco di Tremezzina – quindi sono fiducioso. Così come sono fiducioso sul fatto che la Regina sarà percorribile in estate. Si tratta di lavorare bene in autunno e inverno per ridurre un periodo di chiusura che, lo ribadisco, ancora non è definito”. Sono definiti, invece, i tempi: cinque anni di cantiere, per finire entro le olimpiadi invernali 2026. Con partenza – questo è l’obiettivo – già in autunno.