La validità della patente conseguita meno di un anno fa a Ibiza dalla 20enne belga. Il numero di persone che potevano stare sul motoscafo mentre faceva wakeboard. La velocità dell’imbarcazione. La presenza di altri natanti e persone in acqua. Sono alcuni tra gli aspetti attorno ai quali ruota l’indagine sul tragico incidente nautico avvenuto venerdì scorso a Tremezzina e costato la vita al 22enne di Guanzate Luca Fusi.
Cèlia Wuttke, nata in Svizzera e residente in Belgio, nelle Fiandre, è agli arresti domiciliari nella casa di Lenno dove stava trascorrendo le vacanze. E’ accusata di omicidio colposo e, dopo l’interrogatorio di convalida è stata confermata la misura cautelare.
La consulenza
Prosegue intanto l’indagine, coordinata dal magistrato Antonia Pavan e affidata ai militari della guardia di finanza. Il sostituto procuratore ha affidato al consulente tecnico Massimo Bardazza l’incarico di ricostruire nel dettaglio la dinamica dell’incidente nautico.
I motoscafi, sia l’Nxt 20 Mastercraft dei turisti belgi sia il Sea Ray che aveva a bordo i tre ragazzi italiani, sono stati sequestrati e sono a disposizione dell’autorità giudiziaria proprio per gli accertamenti indispensabili per ricostruire la dinamica esatta dello scontro.
La ricostruzione
La potente imbarcazione condotta da Cèlia Wuttke è letteralmente passata sopra al motoscafo degli studenti italiani, uccidendo Luca Fusi e ferendo, fortunatamente non in modo grave i due amici che erano con lui. La 20enne potrebbe essere accusata anche di lesioni.