Como non è una provincia per giovani. Una frase, spesso pronunciata dagli stessi comaschi, che trova piena conferma nelle classifiche (ciascuna composta da 12 parametri) del Sole 24 Ore pubblicate oggi. La qualità della vita è stata, infatti, declinata per i tre target generazionali: bambini, giovani e anziani. Per elaborare i dati sono stati presi in considerazione i servizi, le strutture, gli spazi, la sanità e il lavoro a disposizione per ciascuna fascia d’età.
E così emerge che la provincia si ferma a metà classifica (47esimo posto su 107) per i bambini, sale e si colloca nelle prime 30 realtà italiane (è 29esima) per gli anziani mentre scende fino alla 77esima posizione per i giovani.
Dal divertimento all’istruzione, passando per il lavoro e ai matrimoni celebrati: Como non brilla.
Nella graduatoria “finale” dei giovani – come detto – è 77esima, segue Milano e precede Vibo Valentia (il podio è tutto dell’Emila Romagna con Ravenna, Ferrara e Forlì Cesena).
L’elaborazione è frutto di una media tra performance molto negative: è 98esima per tasso di disoccupazione giovanile, 64esima per imprenditorialità, 79esima per aree sportive all’aperto, e dati più positivi come il decimo posto per canoni medi di locazione, il settimo alla voce laureati e il 19esimo per età media del primo figlio per una donna.
Migliorano leggermente le cose nella classifica dedicata ai più piccoli. Pediatri, scuole, sport, aree verdi collocano il capoluogo a metà classifica (47esimo posto).
Dati decisamente più positivi per gli anziani, il livello di vita per questa fetta di popolazione è più alto. Como guadagna il 29esimo posto: frutto di una media tra gli indici presi in esame: dagli importi delle pensioni ai geriatri presenti sul territorio fino ai servizi proposti (biblioteche, orti urbani ne sono un esempio). Male però la classifica sul numero di infermieri ogni 100mila abitanti dove il territorio comasco è penultimo in Italia.