Rispetto a Como, Lecco ha reagito meglio alla crisi pandemica. Questo il dato più evidente emerso durante la 19esima giornata dell’economia, l’appuntamento annuale organizzato dalla Camera di Commercio delle due province. Il presidente Marco Galimberti durante la presentazione del report ha parlato di “shock forte e asimmetrico” per spiegare come Como e Lecco abbiano risposto in modo differente alle difficoltà dell’ultimo anno.
Tra le pagine del documento emerge il dato sul settore turistico, il grande sconfitto dalla crisi. Como conta su quasi 5.000 aziende, mentre Lecco circa la metà. A Como, gli addetti sono 17.000. A Lecco 8.481. Tra il 2019 e il 2020, il settore comasco ha registrato le maggiori perdite, e cioè una variazione del -7% contro lo 0,3 di Lecco. Rispetto al 2019 poi, nel 2020 la variazione di arrivi e presenze di visitatori nell’area lariana ha toccato il picco del -71% nella la tipologia “alberghiero di lusso”.
Ma oltre al turismo, a Como hanno sofferto anche il “tessile e il legno-arredo” mentre la meccanica di Lecco, come ha precisato Galimberti “di fatto è già ripartita”. Sul fronte del lavoro “i dati mostrano una buona tenuta in entrambe le province” continua Galimberti “pur non dimenticando il blocco dei licenziamenti e l’aumento rilevantissimo del ricorso alla cassa integrazione.” Secondo il presidente della Camera di Commercio, la parola di questo periodo è quindi “resilienza”. Gli imprenditori del settore terziario “nonostante il blocco legato ai lockdown e alla drastica riduzione dei visitatori stranieri, non hanno ridotto in maniera rilevante il proprio personale”, un dato, che come ha spiegato “evidenzia la determinazione degli imprenditori a non arrendersi.”
A rafforzare l’ottimismo, i numeri sulla produzione industriale e dell’artigianato. La prima, già nel 1° trimestre ha ampiamente recuperato le perdite del 2020 e migliorato la performance del corrispondente periodo del 2019.