“La decisione di chiudere Villa Celesia arriva dopo un processo lungo e sofferto. La struttura ha una perdita mensile di 30mila euro, era diventata una situazione insostenibile”. Con queste parole il presidente di Ca’ d’Industria, l’avvocato Gianmarco Beccalli, assieme alla direttrice generale, Marisa Bianchi, ha fatto il punto della situazione in Commissione consiliare IV, presieduta dal consigliere della Lega Giampiero Ajani.
Beccalli in merito alla chiusura della casa-albergo comasca ha fatto sapere che l’intenzione futura è quella di riconvertire la struttura, con la creazione di “mini appartamenti per persone anziane autosufficienti che potranno avere la possibilità di essere assistiti dal nostro personale medico e infermieristico”.
“faremo di tutto – ha aggiunto Beccalli – per portare a termine questo obiettivo”.
Intanto il personale e gli ospiti saranno a breve ricollocati e trasferiti nelle altre Rsa della Fondazione.
Sul fronte dei contagi si torna finalmente a tirare un sospiro di sollievo. “Il 98% degli ospiti è vaccinato con doppia dose, così come il 96% del personale – ha spiegato in Commissione il presidente di Ca’ d’Industria Salvo varianti che possano scalfire la validità del vaccino la situazione dal punto di vista Covid oggi è finalmente sotto controllo”. Il riferimento è a quanto accaduto nella casa di riposo di Rebbio alle prese con il più grave focolaio della seconda ondata della pandemia. Il contagio era esploso i primi giorni del nuovo anno e si era rapidamente diffuso tra ospiti e personale della struttura.
Infine sulla disdetta del contratto nazionale del pubblico per il personale della Fondazione, Beccalli chiarisce: “Il nuovo contratto Uneba applicato a 250 nostri dipendenti ci permetterebbe di risparmiare oltre 1 milione di euro all’anno. Questo vuol dire – ha concluso – voler salvaguardare il personale e restare concorrenziali nel mercato delle Rsa”.