“La chiarezza non dovrebbe mai mancare, invece si commettono errori di comunicazione che possono disorientare i pazienti”. Gianluigi Spata, presidente dell’ordine dei medici di Como e della Lombardia fa chiarezza sul tema dei richiami con un farmaco diverso per chi ha meno di 60 anni e ha ricevuto AstraZeneca per la prima dose.
Gli interrogativi sono nati dopo gli ulteriori cambiamenti introdotti a livello nazionale nei giorni scorsi. In una conferenza stampa, il premier Mario Draghi ha precisato che il mix di vaccini è efficace, ma ha sottolineato anche che gli over 60 che volessero comunque ricevere la seconda dose di Astrazeneca potranno scegliere di farlo. Per gli over 60, come confermato dalla Regione, l’indicazione è invece di effettuare il richiamo sempre con lo stesso farmaco anglosvedese, somministrato in Italia solo agli over 60. Il premier, che ha superato questa fascia di età, ha precisato però come a lui sia stata consigliata la vaccinazione eterologa, sollevando ulteriori dubbi. “Draghi ha più di sessant’anni e ha fatto AstraZeneca per la prima dose, dovrebbe avere anche la seconda con lo stesso farmaco”, conferma lo stesso Spata. “Non è il mio ruolo fare polemiche e non voglio farle – aggiunge – ma davvero serve chiarezza”.
Regione Lombardia, già da sabato scorso sta applicando le direttive del ministero della Salute, che prevedono appunto la vaccinazione eterologa sotto i 60 anni con la possibilità però di chiedere di poter fare anche la seconda dose con Astrazeneca. Linee guida che al momento restano valide, sena che siano in previsione indicazioni diverse.
La decisione del medico
“Chi ha meno di 60 anni e vuole continuare a ricevere Astrazeneca anche per la seconda dose deve sempre passare dal medico che fa l’anamnesi – precisa Spata – Lo stesso medico, dopo un’accurata valutazione propone il vaccino e fa firmare il consenso. L’importante resta essere coperti dal vaccino e farlo in completa sicurezza, come avviene ora”
L’appello
Il presidente dell’ordine ripete infine un appello. “Non abbassiamo la guardia – ricorda Spata – Il virus è ancora in circolazione. Rispettiamo le regole fino in fondo perché la pandemia non è finita”.