Ca’ d’Industria di Como, la Fondazione rinuncia al contratto collettivo nazionale di lavoro del pubblico. Sindacati sul piede di guerra e pronti a proclamare lo stato di agitazione.
“Erano iniziate da poche settimane le trattative con la Fondazione, volte a raggiungere un accordo che scongiurasse il cambio del contratto, dopo un anno davvero terribile per ospiti, operatori, parenti e per tutte le RSA del territorio – si legge nella nota inviata da Cgil, Cisl e Uil – la Fondazione senza la convocazione di alcun incontro sindacale (al contrario di quanto fatto nel corso della pandemia e delle situazioni più difficili) e nemmeno spiegazioni precise, ha trasmesso comunicazione formale di disdetta a firma del Consiglio di Amministrazione”.
“Dopo più di un anno di pandemia, di difficoltà, disagio e malattia anche per gli operatori era arrivato il momento per provare a “tirare un sospiro” e la comunicazione della disdetta del contratto rappresenta un accanimento nei confronti del personale già provato”, fanno sapere ancora le organizzazioni sindacali che annunciano la convocazione di un’assemblea sindacale di tutto il personale martedì 22 giugno. “Cgil, Cisl e Uil sono pronte ad attivare iniziative di mobilitazione e non escludono la possibilità di proclamare lo stato d’agitazione del personale, denunciando – conclude la nota – che la modifica dei contratti collettivi nazionali applicati al personale nelle RSA sta avanzando anche in altre strutture del territorio comasco e non solo. In sostanza alcune RSA stanno recuperando sul personale le perdite dovute alla pandemia, dimenticandosi che questo personale ha già pagato un prezzo altissimo”.