«L’argomento è stato appannaggio esclusivo di una discussione consiliare. Personalmente cerco di trovare cosa unisce e non cosa divide» sono le parole del primo cittadino di Como, Mario Landriscina, dopo la bocciatura della mozione di Fratelli d’Italia che proponeva l’intitolazione di parte del lungolago (tratto tra il Tempio Voltiano e il Monumento ai Caduti) ad Alida Valli.
Proprio il primo cittadino era stato chiamato in causa dal parlamentare comasco del partito di Giorgia Meloni Alessio Butti, dopo il voto contrario che ha spaccato la maggioranza sulla diva del cinema. Butti aveva invitato Landriscina a far proprio lo spirito della mozione e procedere per una intitolazione a nome della giunta.
Le spiegazioni di Forza Italia e Lega
E in tale ambito Enrico Cenetiempo, capogruppo di Forza Italia, uno dei partiti con la Lega che ha votato no alla mozione, ha precisato: «La toponomastica è competenza della giunta, è sempre stato così e deve essere così. Penso al caso dei giardini recentemente intitolati al professor Paolo Maggi o a largo Miglio. Sono stati atti deliberati dalla giunta di Palazzo Cernezzi, non frutto di mozioni passate in consiglio. Quella recente che in via straordinaria ha intitolato la piazza di San Rocco al povero don Roberto Malgesini è stata votata all’unanimità ma è appunto un caso eccezionale. Nel caso di Alida Valli, i familiari che si dicono indignati per il no del consiglio avrebbero dovuto interpellare il sindaco Landriscina il quale avrebbe portato la proposta in giunta, Come ha fatto la famiglia Miglio per inserire il nome di Gianfranco Miglio nella toponomastica, come politologo e insigne comasco. Io non ho votato a favore – aggiunge Cenetiempo – perché la mozione è stata presentata solo da Fratelli d’Italia, avrebbero dovuto proporre la mozione a tutti i gruppi politici per ottenere il massimo consenso auspicato. La politica è fatta di procedure e regole» chiude il forzista.
Giampiero Ajani, capogruppo del Carroccio a Palazzo Cernezzi dice «siamo in un paese democratico e come tale si è proceduto in consiglio – spiega – Si è voluto scatenare un putiferio a mio avviso del tutto eccessivo. La mozione è stata presentata ed è stata liberamente votata. Noi della Lega avevamo da tempo esplicitato il nostro diniego ai proponenti. Non concordo con chi pensa che sia stato un danno di immagine per Como. Se vorrà – conclude – la giunta deciderà in merito in piena libertà».