“Vogliamo riaprire il Casinò entro la fine dell’anno”. Il sindaco di Campione d’Italia Roberto Canesi ribadisce l’obiettivo di far ripartire la casa da gioco il giorno dopo la decisione del Tribunale di Como di ammettere il concordato e permettere alla società di gestione di attivare il piano per riaprire la struttura chiusa da quasi tre anni dopo la sentenza di fallimento poi annullata per vizi di forma.
Il sindaco
“L’ammissione del concordato per noi è un fatto estremamente positivo perché la casa da gioco per Campione è un’opportunità di occupazione e valore aggiunto per tutto il territorio – dice il primo cittadino dell’enclave – La riapertura del casinò permetterebbe finalmente anche di andare a normalizzare una situazione che da quasi tre anni è drammatica per la comunità”.
“Il progetto è di riaprire entro la fine anno – aggiunge Canesi – Naturalmente se si riuscisse anche prima sarebbe positivo, ma credo sia ipotizzabile e logico dire entro la fine anno perché la situazione è complessa e prima lo ritengo difficile – aggiunge Canesi – La ripartenza richiede molti passaggi e deve essere fatta al meglio e bisogna anche avere la certezza che l’emergenza sanitaria sia superata e della normalizzazione della situazione”.
Il legale
“Siamo molto soddisfatti – ha commentato intanto Claudio Ghislanzoni, uno dei legali che assiste la società di gestione della casa da gioco -. Ora si dovrà lavorare per arrivare ad avere una vera ed effettiva ripresa, anche per pagare i creditori. Dovremo attivare le pratiche per riassumere circa 180 persone. Il Tribunale ha accolto il nostro piano e questo è sicuramente un risultato positivo e importante”.
Il sindacato
Soddisfazione è stata espressa anche dalla Uilcom del Lario. “Per 1054 giorni abbiamo atteso questa deliberazione e con noi i lavoratori della casa da gioco e l’intera comunità Campionese – si legge in una nota – Come organizzazione sindacale, non abbiamo mai smesso di ribadire la necessità e l’opportunità di riaprire il Casinò. Leggiamo poi con piacere l’ennesima attestazione del senso di responsabilità dei lavoratori, che a larga maggioranza hanno aderito, nonostante le tempistiche proibitive, alla richiesta conciliativa della società, con l’intento di dare un futuro a un simbolo dell’intero territorio”.