Dove dovrebbe esserci l’acqua ci sono detriti, calcinacci e rifiuti. Intorno alla vasca galleggianti ammuffiti e altri oggetti abbandonati. In attesa della soluzione dell’odissea della piscina di Muggiò, Como fa i conti anche con un’altra vasca chiusa, dimenticata e abbandonata. E’ quella della vasca della scuola secondaria di primo grado “Don Milani” a Sagnino.
La vasca, che veniva utilizzata sia dagli studenti che dagli esterni, è chiusa e abbandonata da oltre dieci anni. La parte dell’edificio in cui si trova la piscina è a sua volta inutilizzata e degradata, mentre parte della scuola è invece perfettamente funzionante e utilizzata.
“Purtroppo sono più di 6 anni che mancano serie operazioni di manutenzione nell’immobile – spiega Cecilia Tettamanti la referente del plesso di Sagnino che fa parte all’Istituto Comprensivo Como Nord – La situazione è andata via via peggiorando. Peccato perché abbiamo una scuola bellissima con uno splendido giardino, una palestra rifatta da poco ma tutto intorno viviamo a contatto con degrado, sporco e pericoli”.
La situazione della scuola
Gli studenti possono utilizzare solo il piano terra. I due livelli inferiori dove ci sono aule, una mensa, laboratori e la piscina sono inutilizzabili. “Abbiamo un centinaio di studenti suddivisi in 5 classi. Facciamo l’impossibile per tenere viva la nostra scuola. Abbiamo uno splendido giardino ma anche in questo caso lo usiamo poco. Fino a poco tempo fa c’erano alberi pericolanti – dice ancora la referente – Di recente l’assessore competente Pierangelo Gervasoni li ha fatti sistemare e ha fatto tagliare il prato e lo ringraziamo ma purtroppo si dovrebbero fare interventi drastici”.
I responsabili del plesso chiedono che si proceda almeno con una manutenzione straordinaria che permetta di “imbiancare i muri, realizzare due bagni nuovi, sistemare la caldaia che è spesso rotta perché ormai molto vecchia”. A questo si aggiunge il capitolo palestra, ristrutturata nel 2018 ma con un solo calorifero, mentre gli spogliatoi sono nell’area inagibile. “Qui, se solo si facessero dei lavori adeguati, si potrebbe accorpare la sede di Monte Olimpino e non solo perché c’è molto spazio”, conclude Cecilia Tettamanti.
La replica del Comune
Dal Comune arriva la replica dell’assessore competente Pierangelo Gervasoni. «Purtroppo ormai con il calo di studenti ha forse più senso pensare a un accorpamento delle scuole. Fatto sul quale ci siamo confrontati e abbiamo intenzione, passata l’emergenza Covid di riflettere in maniera più approfondita. La struttura di Sagnino è molto bella seppur bisognosa di lavori ma sarà determinante capire le reali necessità del territorio per individuare la soluzione migliore laddove si decidesse di riunire alcuni plessi. Per la scuola di Sagnino ci vorrebbero veramente diversi milioni di euro per sistemarla. Oggi siamo impegnati al massimo per consentire ai ragazzi di svolgere regolarmente le lezioni. In futuro decideremo».