L’ultima campanella dell’anno è suonata, per qualcuno anche questo momento è stato a distanza. Alcune scuole superiori, infatti, per ragioni organizzative e per evitare possibili assembramenti festosi all’uscita hanno deciso di svolgere pure le ultime ore di lezione al computer.
Ultimo giorno di scuola nel segno della speranza per Angelo Valtorta preside del liceo classico e scientifico “Alessandro Volta” di Como. «Si è chiuso un altro anno impegnativo» dice il dirigente scolastico.
«Per i corridoi del nostro liceo ho sentito dire da più parti che è stato un miracolo essere arrivati alla fine. Anzi – aggiunge – per alcuni questo anno scolastico “a fisarmonica” è stato peggio del precedente, la discontinuità ha davvero influito sui livelli di apprendimento e anche sullo stato psicologico dei nostri ragazzi».
Ci sono stati però anche risvolti positivi.
«I ragazzi hanno saputo resistere e con loro il corpo docente e le famiglie. Devo ringraziare quindi tutti perché di fronte alle difficoltà non hanno mai mollato» ha aggiunto.
Ora lo scoglio da affrontare è una maturità che farà tesoro di quella dell’anno scorso. «Avremo un esame in presenza e in sicurezza – precisa ancora il preside – Le commissioni lavoreranno rispettando scrupolosamente i protocolli. Speriamo che con questa formula dei colloqui i ragazzi abbiano davvero l’occasione di esprimere al meglio ciò che hanno imparato nel loro percorso come è successo l’anno scorso, quando abbiamo avuto una maturità soddisfacente».
Inevitabile poi gettare lo sguardo a settembre. «Sono ottimista – dice il dirigente – credo che possiamo essere tutti fiduciosi e che si possa rientrare a scuola in sicurezza al 100 per cento. Molti studenti si stanno vaccinando e ricevo anche mail di tanti genitori che si apprestano a iscrivere i figli al Volta e i cui ragazzi hanno fatto o vogliono fare il vaccino. Questo insomma ci fa ben sperare».
Questo lungo periodo di emergenza, secondo il preside del liceo cittadino, ha lasciato anche degli insegnamenti.
«I ragazzi hanno affinato due doti che serviranno sempre “resilienza ed empatia” – conclude Valtorta – hanno imparato a trasformare una difficoltà in opportunità, la pandemia ci ha fatto soffrire e arrabbiare e faticare ma ha anche lasciato questa eredità positiva su cui contare».