Lockdown, smart working e didattica a distanza hanno solo attenuato il problema, ma il problema c’è ed è tutt’altro che risolto, con le riaperture e il ritorno a scuola e a lavoro torna a farsi sentire.
Dalla fine di settembre 2020 è entrato in vigore – è noto – un nuovo regime di regolamentazione dei passaggi a livello che penalizza fortemente la città di Como, tagliata in due dai binari di Ferrovie Nord. I tempi di attesa, in alcuni casi, sono praticamente raddoppiati, a danno in primis del traffico, e in secondo luogo di chi vive o lavora vicino ai passaggi a livello, soffocato dalle code e dallo smog.
Dopo proteste e segnalazioni sono stati attuati degli accorgimenti ma ancora oggi a distanza di mesi ci sono dei momenti, in particolare al mattino, che comportano una chiusura prolungata delle sbarre con lunghe code di auto.
Gervasoni: “Riunione con Regione e Ferrovie”
“Stiamo svolgendo dei monitoraggi e attendiamo le indicazioni” chiarisce l’assessore a Mobilità e Trasporti del Comune, Pierangelo Gervasoni, che conferma di essere rimasto lui stesso più volte imbottigliato nel traffico mentre tentava di raggiungere l suo ufficio a Palazzo Cernezzi. “Dovremo organizzare a breve un incontro con la Regione e con le Ferrovie – aggiunge – ne abbiamo già parlato con i tecnici dell’ufficio Mobilità ma dobbiamo ancora calendarizzarlo. Vogliamo parlare di nuovo con tutti gli enti coinvolti e capire se e che cosa si può fare” conclude l’assessore.
Intanto da alcuni cittadini è stato segnalato un aumento della rumorosità dei treni, in particolare in fase di frenata in zona Como Borghi e in viale Lecco, in Comune si sta valutando una verifica da parte dell’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente).