“Non ci sono scusanti per quello che ha fatto. Dopo la sua confessione mi aspetto che ci sia un processo in cui si faccia giustizia e penso che servirebbe una pena esemplare”. Mamma Silvia rompe il silenzio dopo la confessione di Gabriel Robert Marincat, il 25enne romeno che ha ammesso di aver violentato e picchiato a morte la piccola Sharon. La bimba di 18 mesi è stata uccisa l’11 gennaio scorso nella sua casa di Cabiate.
Marincat era il compagno della mamma della bimba e a lui la giovane donna aveva affidato la figlioletta per andare al lavoro. Il racconto dell’orrore delle ultime ore di vita di Sharon ha ulteriormente sconvolto la mamma della bimba e i suoi familiari, che solo l’11 maggio scorso, dopo quattro mesi dalla morte hanno potuto dare l’ultimo saluto alla piccola.
La preghiera
La mamma della bimba si affida alla fede e alla preghiera. “Allontana da me questa sofferenza, Signore – invoca – Il dolore che provo è insopportabile. Per questo ti chiedo la forza che solo Tu mi puoi dare”.
Quando Sharon era stata soccorsa, in fin di vita, mamma Silvia aveva voluto credere alla tesi dell’incidente domestico raccontata dal compagno. Il 25enne ha sostenuto per settimane che la bimba si era tirata addosso una stufetta giocando. L’autopsia aveva rivelato invece le violenze.
Le parole dei legali
“Siamo tutti sotto shock – dice Lara Citterio, uno degli avvocati che assiste Silvia – Ipotizzavamo come erano i fatti, ma ciò che emerso con le due ore di botte e l’agonia della bimba è oltre ogni immaginazione”. “Ringraziamo per la delicatezza non scontata il pubblico ministero e i carabinieri – aggiunge la collega Elisabetta Fontana – La loro attenzione è stata importante per una famiglia tanto provata”.