Permette di spostarsi tra Regioni di diverso colore e dal 15 giugno consentirà di partecipare a feste e ricevimenti anche al chiuso. Il governo inoltre vorrebbe utilizzarlo come lasciapassare per poter riaprire discoteche, sale da ballo e concerti.
Il green pass europeo ancora non esiste ma la “certificazione verde” italiana sì ed è stata introdotta dal decreto anti-Covid dello scorso 22 aprile.
Chi ne ha diritto
Ha diritto alla “certificazione verde” chi è stato vaccinato con entrambe le dosi, chi è risultato negativo a un tampone molecolare o antigenico rapido effettuato entro le 48 ore dalla partenza e chi è guarito dall’infezione da Covid-19 e, dopo aver effettuato un tampone, è uscito dall’isolamento.
Chi rilascia la certificazione
Per i vaccinati la certificazione è rilasciata, in formato cartaceo o digitale, dalla struttura sanitaria che effettua la vaccinazione. Per i guariti dal Covid dalla struttura nella quale è avvenuto il ricovero, oppure, per i pazienti non ricoverati, dai medici di medicina generale. Il risultato negativo del tampone viene attestato dalla farmacia o dal laboratorio privato in cui è stato effettuato il test .
La durata del green pass italiano
La durata del green pass per i vaccinati è di 9 mesi ma il governo ha deciso di rilasciare la certificazione contestualmente alla somministrazione della prima dose di vaccino, con validità a partire dal 15esimo giorno successivo fino alla data del richiamo. La durata della certificazione verde in caso di guarigione dal Covid resta di sei mesi. In caso di tampone negativo, il certificato ha una validità di quarantotto ore dall’esecuzione del test.
Validità in Italia e in Europa
Il green pass italiano è valido in Italia ed è già in vigore mentre occorrerà aspettare il mese di giugno per la certificazione europea. Il green pass dell’Ue avrà le stesse caratteristiche di quello italiano ma sarà dotato di un “QR Code” associato a un codice identificativo leggibile da tutti gli stati dell’Unione Europea.