“Ripensare la sanità lombarda puntando sulla prevenzione e sul territorio”. Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, il comasco Raffaele Erba, guarda avanti e parte dalla Riforma Maroni che definisce “fallimentare” alla luce delle “difficoltà gestionali riscontrate durante l’emergenza sanitaria degli ultimi mesi” e parla della situazione di Como.
“Presto la Commissione Sanità di Regione Lombardia sarà chiamata a ripensare le linee di indirizzo del Progetto di Legge che dovrà ridisegnare l’organizzazione territoriale di ospedali e medici di base e che verrà approvato entro l’estate” spiega Erba. “La pandemia ha messo definitivamente a nudo tutte le criticità di una visione troppo spostata sul privato. Servirà un cambio radicale di visione” aggiunge sottolineando come l’accorpamento di Como e Varese non abbia giovato alla provincia lariana.
“L’Ats Insubria copre un territorio troppo ampio”
“I fatti hanno dimostrato che la stessa Ats Insubria si è trovata a coprire un territorio troppo ampio per garantire un servizio all’altezza delle aspettative. Gli stessi sindaci hanno fatto emergere con forza questa criticità che alla fine ha penalizzato pesantemente la provincia di Como”.
Tema già sollevato più volte dal territorio. Lo scorso mese di gennaio, ad esempio, la richiesta di adoperarsi per creare una Ats operativa solo sul territorio comasco venne avanzata dal centrodestra cittadino sotto forma di una mozione votata favorevolmente dal consiglio comunale. E da sempre sostenitore di questa visione è anche il presidente dell’Ordine dei medici di Como, Gianluigi Spata, che aveva spiegato come fosse impossibile gestire un territorio vasto come quello in capo, attualmente, all’Ats Insubria che deve monitorare e agire su un bacino di utenti superiore al milione di persone.
Infine il consigliere pentastellato torna a ribadire che la futura sanità lombarda deve puntare “a riorganizzare le liste di attesa e rafforzare la medicina di territorio, trascurata dalle scelte sbagliate degli anni passati”.
“Inoltre – conclude – deve fare in modo che la prevenzione sia posta al centro delle politiche sanitarie regionali”.