Da domani stop alla quarantena per chi arriva in Italia: chi proviene dai Paesi dell’Unione europea e dell’area Schengen – dunque anche dalla vicina Svizzera – oltre che da Gran Bretagna e Israele, non avrà più l’obbligo di osservare i giorni di quarantena, ma dovrà aver effettuato un tampone molecolare o antigenico con esito negativo nelle 48 ore precedenti.
Una novità che prospetta un lento ritorno alla normalità anche per il commercio sul Lario. Gli svizzeri potranno infatti tornare a fare shopping a Como, ma non mancano le polemiche e alcuni aspetti risultano poco chiari.
“Alcuni colleghi sono davvero esasperati – spiega Marco Cassina, presidente Federmoda Como di Confcommercio – Il decreto Speranza doveva partire oggi, invece è slittato a domani. Ci sono attività che da sei mesi aspettavano i clienti dal Canton Ticino. Parliamo di macellerie, alimentari, che avevano preparato per oggi e dovranno buttare via la merce. Danni su danni. Stanno pensando anche ad una mobilitazione”.
Gli svizzeri che varcheranno i confini italiani dovranno esibire l’esito del tampone effettuato. “Qualcuno verrà a Como per fare acquisti, – dice Cassina – ma non aspettiamoci l’invasione. Prima di tutto non c’è chiarezza. Se uno ha ricevuto il vaccino non comprendo come non si possa equiparare a un tampone negativo. Poi non si capisce se basta un test rapido o serve un tampone molecolare. Nel secondo caso, il tampone costa anche 50 euro. Basti pensare a una famiglia di quattro persone, che deve spendere 200 euro per venire a fare shopping o mangiare in un ristorante a Como”.
Da domani si potrebbe vedere invece qualche turista in più dall’Europa. “Su un soggiorno di una settimana in Italia il tampone è qualcosa di accettabile, – conclude il presidente di Federmoda Como – ma non certo per venire tutti i giorni a fare la spesa. Anche domani gli svizzeri saranno pochissimi”.