“Ancora a metà tra realtà e fantasia desideriamo restituire almeno una parte della vicinanza che abbiamo sentito stretta attorno a Filippo e a noi”. Così inizia la lettera firmata da Monica, Guido ed Elisa rispettivamente madre, padre e sorella di Filippo Mondelli, il giovane campione di canottaggio di Cernobbio scomparso, a soli 26 anni, in seguito a una malattia lo scorso 29 aprile. Portacolori delle Fiamme Gialle e della Canottieri Moltrasio, proprio la Canottieri ha pubblicato le parole della sua famiglia. Di seguito il testo integrale.
“È impossibile rispondere a tutti senza dimenticare qualcuno, ma allo stesso tempo è impossibile dimenticare ogni pensiero, ogni parola, ogni gesto che non solo in questi giorni, ma da molto tempo, abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere.
Filippo in questi mesi non è mai stato lasciato solo: dai compagni di barca agli amici d’infanzia, dagli allenatori ai dirigenti, dai colleghi ai superiori, dai medici agli infermieri ai fisioterapisti di Como e Bologna, da chi l’ha conosciuto di sfuggita a chi l’ha compreso nel profondo. Non solo in paese, ma da ogni parte d’Italia. Sono stati sentimenti veri, parole sincere, espressione di quello che lui era, speranze convinte, aiuti concreti. Curiosità e banalità non hanno avuto la minima voce nel silenzio che è risuonato autentico nell’ora più dura.
Filippo si è sempre sudato tutto, forse anche questo momento. Ha smesso di soffrire, ma non possiamo dire che ora sia felice lassù. Lui era felice qui, aveva ancora tante cose da portare a termine, tante da inventare, tante da sudare sì, ancora, ma altrettante di cui essere soddisfatto. Perché lui è sempre stato soddisfatto dei suoi traguardi, che fossero le Olimpiadi o le sue galline.
Sentire tanto affetto attorno a noi, come avere tante piccole grandi famiglie pronte a sorreggerci, rende possibile pensare a un domani. Proprio pensando al domani di altri ragazzi come Filippo, vogliamo che ogni gesto in suo ricordo sia convogliato in qualcosa di concreto, non in struggenti manifestazioni di rimpianto. C’è bisogno ancora di tanta ricerca per evitare che questa malattia così particolare ci strappi qualcun altro, per questo vi abbiamo chiesto di trasformare ogni lacrima, ogni fiore, ogni annuncio in fondi a sostegno di Beat It Indoor Rowing Onlus.
Nel ringraziarvi dunque, uno per uno, sappiamo che Filippo lascerà in ciascuno di voi un segno tanto profondo quanto quelle fatiche e quelle soddisfazioni che sono così ben riassunte in questa foto, una delle sue preferite”.
Viene infine ricordata la possibilità di destinare fondi in ricordo del loro caro a sostegno di Beat It Indoor Rowing Onlus. Inizialmente era una gara di indoor rowing sui 500 metri, i cui proventi venivano devoluti all’Associazione Mario Campanacci, che assiste i pazienti del reparto di chemioterapia dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. Con il tempo, Beat It è cresciuta e si è evoluta fino a trasformarsi in una Onlus, il cui obiettivo – come viene spiegato sul suo sito – è migliorare le condizioni di vita dei pazienti con tumori dell’apparato locomotore, sostenendo la ricerca, partecipando a progetti socio-assistenziali, svolgendo attività di volontariato e ponendo in essere iniziative ed eventi per la raccolta di fondi.
Per donazioni a Beat It Indoor Rowing Onlus IBAN IT89L0873501600049000490934