Slitta a lunedì la cabina di regia che dovrà decidere su riaperture e coprifuoco, inizialmente in programma questa settimana. Lo ha stabilito il premier Mario Draghi, nonostante le pressioni ricevute da più parti. Una scelta dettata dalla prudenza, per capire quale sarà l’evoluzione epidemiologica di questi giorni. Il divieto di uscire durante le ore notturne è tuttora in vigore in tutta Italia, a prescindere dal colore delle regioni, dalle 22 alle 5. Una misura che, secondo il decreto del governo, dovrebbe essere applicata fino al 31 luglio, ma che potrebbe essere eliminata o, come più probabile, spostata alle 23.
Le pressioni arrivano non soltanto dai partiti, ma anche e soprattutto dalle associazioni di categoria. “Stop al coprifuoco e somministrazione consentita anche al chiuso: con entrambe le misure si potrà ottenere un impatto economico importante per bar e ristoranti e, in definitiva, per l’intera economia della Regione”. È l’appello lanciato da Confcommercio Lombardia in vista della revisione delle misure restrittive.
In Lombardia, con la somministrazione consentita solo all’aperto, se il coprifuoco dovesse slittare alle 23 le attività di ristorazione potrebbero recuperare circa 40 milioni di euro, secondo i dati diffusi da Confcommercio. Se il coprifuoco venisse spostato alle 24, il recupero potrebbe essere di circa 67 milioni. Molto più sostanziale invece l’impatto nel caso in cui il governo decidesse di consentire la somministrazione ai tavoli anche al chiuso.
Il coprifuoco potrebbe incidere anche sulle decisioni dei cittadini in vista delle prossime vacanze. Secondo un’indagine di Facile.it, a causa di questa misura, quasi 4 milioni di italiani non avrebbero ancora deciso se fare le ferie o se restare a casa. Dalla revisione del Governo su questa limitazione potrebbe quindi dipendere, almeno in parte, il bilancio della stagione estiva 2021 per il settore turistico.