“Chiediamo che la comunità locale si stringa attorno a mamma Silvia facendole sentire i sentimenti di umana solidarietà”. Appello alla comunità di Cabiate in vista dell’ultimo saluto, martedì mattina nella chiesa del paese, alla piccola Sharon, la bimba di 18 mesi morta dopo quello che inizialmente era apparso come un tragico incidente domestico e che ha assunto poi i contorni di un orrendo crimine del quale è accusato il giovane che l’accudiva.
A quattro mesi dalla morte della bimba, la procura di Como ha concesso il nulla osta per la sepoltura. I funerali sono fissati per le 10.30 di martedì 11 maggio nella parrocchiale di Cabiate, preceduti alle 10 dalla recita del rosario. La giovane mamma, Silvia, che quel giorno aveva affidato la figlia al compagno, tramite i legali Lara Citterio ed Elisabetta Fontana chiede il sostegno di tutta la comunità. “Dal male può nascere il bene – dicono le due legali – per volontà della giovane mamma si chiede alle persone che desiderano testimoniare la loro vicinanza a lei e ricordare la piccola Sharon di farlo con i fiori o, meglio, con donazioni all’associazione Silvia, che si occupa di aiutare i bambini delle pediatrie di Cantù e Como”.
Le accuse
Il compagno della donna, Gabriel Robert Marincat, 25 anni, aveva raccontato che Sharon, giocando, si era tirata addosso una stufetta. L’autopsia avrebbe evidenziato invece che la bimba è morta per le gravi ferite e violenze subìte mentre era in casa con l’uomo, che l’avrebbe maltrattata ripetutamente. L’ipotesi di reato contestata dalla Procura all’uomo è stata modificata, passando da morte come conseguenza di maltrattamenti in famiglia a omicidio volontario, sempre aggravato dalla violenza sessuale nei confronti della bambina.
Il saluto
“Il nostro non sarà mai un addio”, dice la mamma di Sharon, che al funerale dedicherà un messaggio alla sua bimba dopo la lettera che già aveva affidato alle due legali che l’assistono.