È chiuso dal 1985, ma è anche dentro le mura cittadine eppure l’ex carcere di San Donnino continua a non rientrare nei piani degli investimenti immobiliari pubblici o privati.
L’Agenzia del Demanio, proprietaria dei due palazzi a corpo cubico di tre e quattro piani, con portico e archi, in via Giovio, prova metterli nuovamente in vendita. Il prezzo, che fino all’estate del 2018 era di quasi un milione 300mila euro, da tre anni è sceso a poco più di un milione, 1 milione 45mila euro. Per partecipare all’asta è necessaria una cauzione del 10%, 104.500 euro. Che sia questa la volta buona per la piccola Ticosa del centro storico di Como? Difficile a dirsi, anche perché, come detto, i precedenti sono tutt’altro che confortanti. Il Demanio nel 2017 aveva selezionato la struttura anche per la Fiera del turismo a Berlino e il Mercato internazionale dell’immobiliare a Cannes. La vocazione turistico-ricettiva dell’edificio sembra l’unico sbocco possibile.
L’ex carcere di San Donnino non è solo da ristrutturare, ma anche da reinventare per 1.700 metri quadrati, su quattro piani. È sotto tutela del ministero per i Beni culturali, ma è già prevista “la trasformazione in struttura turistico-ricettiva” come ha sempre spiegato il Demanio. Al momento i diversi bonus per le ristrutturazioni rappresentano un’occasione unica.
Le buste verranno aperte il 15 giugno dalla commissione. Le offerte sono segrete. Alcuni documenti sarebbero arrivati a Milano, ma non è detto che siano per San Donnino. Alla stessa data pur in lotti diversi, infatti, il Demanio ha messo in vendita anche dei locali a Mantova, vicino Palazzo Te, la “Casa del Fascio” di Caravaggio, un appartamento sui Navigli a Milano e un’ex fabbrica a Lonate Pozzolo.