Nessuna corsia preferenziale per i residenti nella fascia di confine tra Italia Svizzera, almeno per il momento. Nonostante le richieste pressoché unanimi dei partiti di maggioranza di eliminare per questa categoria l’obbligo di tampone e quarantena in caso di passaggio tra i due Paesi, il ministero della Salute dovrebbe riproporre la norma anche il prossimo 30 aprile, quando scadranno le attuali limitazioni previste dall’ordinanza per la mobilità verso l’estero.
L’abolizione dell’obbligo del tampone sarebbe indispensabile per far ripartire tutti i settori dell’economia di frontiera, da sempre caratterizzati da scambi commerciali frequenti e continui. Il senatore del Pd Alessandro Alfieri, uno dei primi promotori di una richiesta di eliminazione di test e quarantena, al Corriere del Ticino ha spiegato che difficilmente questa misura sarà concretizzata. “Ho parlato a lungo con il ministro Roberto Speranza spiegandogli la questione – ha detto Alfieri – non so che decisione sarà presa ma temo che non avremo l’auspicata apertura. Potrebbe anche esserci un passo avanti, ma non sarà risolutivo. È vero che il “green pass europeo” sbloccherà la situazione, ma credo che ancora per un paio di mesi, le regioni di confine vivranno una situazione di grande difficoltà”.
L’obiettivo
L’obiettivo delle diverse proposte avanzate al governo sarebbe di creare una sorta di zona franca per i residenti nella fascia di 20 chilometri dal confine, da una parte e dall’altra, che potrebbero muoversi liberamente. Un’ipotesi che, almeno nel breve periodo, non sembra destinata però a realizzarsi.
Le regole
Fino a nuova decisione, restano in vigore le regole dell’ordinanza del 30 marzo scorso, che prevede appunto l’obbligo di effettuare il tampone in caso di soggiorno o transito in Svizzera e una quarantena di 5 giorni. Sono esclusi i motivi urgenti o di lavoro e di studio.