160 persone accolte dalla fine di novembre ad oggi. E’ il bilancio dell’inverno 2021, segnato dalla pandemia, del servizio “Emergenza Freddo” – promosso a Como dalla Rete degli enti e dei servizi per la grave marginalità – che terminerà tra pochi giorni, il prossimo 30 aprile (la chiusura prevista inizialmente per fine marzo è stata posticipata di un mese).
Numerosi gli ospiti che hanno avuto accesso, anche solo per una notte, alle due strutture attive: l’ex oratorio di San Rocco in Via Regina Teodolinda (in totale 23 posti), gestito dalla Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio onlus, e l’ex caserma dei Carabinieri di Via Borgovico (35 posti), data in comodato d’uso dalla Provincia di Como al Comune di Como che ne ha assegnato la gestione a Fondazione Somaschi Onlus.
Nel computo complessivo sono comprese anche le persone ospitate – 8 in tutto – in tre parrocchie della città (Sant’Agata, Tavernola e Sagnino) all’interno del “Progetto Betlemme”.
I numeri dell’accoglienza
Dei 160 senzatetto ospitati la stragrande maggioranza è composta da uomini stranieri. Per la precisione sono stati 152 gli uomini e 8 le donne. 17 gli italiani e 143 gli stranieri, tra questi le provenienze più frequenti sono Pakistan, Marocco e Tunisia. La fascia d’età più corposa è quella tra i 26 e i 55 anni.
Nei mesi scorsi grazie alla collaborazione tra enti e Comune molti che abitualmente dormivano in strada (tra i portici di San Francesco e quelli del Crocifisso) sono stati convinti a entrare nei dormitori o in accoglienze alternative. Prezioso il lavoro di volontari (circa 200 in rappresentanza di una 20ina di realtà diverse) e di operatori, donatori e semplici cittadini.
A questi numeri si aggiunge un altro dato. L’amministrazione comunale ha attivato la struttura di via Cadorna, concessa in comodato dall’Asst Lariana e gestita dalla Croce rossa, per l’accoglienza di persone senza fissa dimora e per minori stranieri non accompagnati positivi al Covid o in isolamento fiduciario. In totale sono state ospitate 40 persone. In questa struttura – spiga l’assessore alla Politiche Sociali, Angela Corengia – malgrado i timori segnalati inizialmente dai residenti, non è emerso alcun problema di integrazione nei quartieri”.
Sia i referenti della Rete che l’amministrazione tracciano un bilancio positivo in termini di servizio, gestione, corsi e opportunità offerte.