Nei primi tre mesi dell’anno è esplosa di nuovo la richiesta di cassa integrazione in provincia di Como. E’ quanto emerge dal terzo rapporto della Uil del Lario.
I dati parlano chiaro in particolare quelli di marzo rispetto a febbraio e ancor di più nel confronto con lo stesso mese del 2020.
I numeri: rispetto a febbraio nel Comasco richieste aumentate del 406% ma – come detto – è il confronto con lo scorso anno a far emergere in modo chiaro la crisi, si parla di richieste di cassa integrazione in aumento del 1080%. Si registrano percentuali ancor più alte in provincia di Lecco.
Ritorna ad essere difficile la situazione per i due distretti principali per le due province, metalmeccanico e tessile. Quest’ultimo in particolare fa registrare un aumento della richiesta di cassa integrazione che nel Comasco si attesta a +495,6%. +164%, invece, per il settore Metallurgia-Meccanica.
“Un nuovo effetto tsunami dell’emergenza pandemica nel mese di marzo sulla nostra economia che si fa sentire pesantemente su imprese e lavoratori” commenta il Segretario Generale della UIL del Lario, Salvatore Monteduro.
“Nel solo mese di marzo sono state 49.828 le persone mediamente in cassa integrazione alle quali bisogna aggiungere quelle coperte dagli altri ammortizzatori sociali. Ancora una volta si ribadisce la necessità di prolungare il divieto dei licenziamenti e la cassa integrazione COVID-19 per tutta la fase dell’emergenza pandemica. La risoluzione dell’emergenza sanitaria è la priorità – conclude Monteduro – sia per evitare nuove sofferenze a tante famiglie sia per uscire definitivamente dalla crisi economica, bisogna fare in fretta per riaprire tutte le attività in modo continuativo ed evitare nuovi lockdown”.