“Differenziare le regole per le località di montagna è fondamentale per permettere a questi territori di ripartire davvero. Le riaperture stabilite dal Governo, previste dal 26 luglio, non faranno che mettere in difficoltà, nuovamente ed ulteriormente, le attività in quota, già fortemente penalizzate per le chiusure degli impianti sciistici durante la stagione invernale”. È la posizione che arriva da Uncem Lombardia (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani), attraverso le parole del presidente Tiziano Maffezzini.
“I paesi di montagna – si legge nella nota stampa diffusa – con i loro piccoli centri, difficilmente sono stati teatro di episodi di assembramento. Non solo: in un’ottica ancora più pratica, al di sopra dei 600 metri di quota il clima è ancora freddo. Non è possibile per gli esercizi pubblici offrire una cena all’aperto. In questo modo l’apertura si tramuta in una beffa. Perché il decreto si riveli davvero efficace per tutte le attività diventa fondamentale distinguere tra le zone. L’Italia è tra gli Stati europei con maggiore differenza di ambienti. Non è possibile non tenere conto di queste diversità, nella programmazione delle regole. Se non verrà tenuto conto delle diversità, allora dovranno essere previsti ulteriori indennizzi. Solo in questo modo la montagna non sarà, ancora una volta, penalizzata”.