“C’è delusione perché c’era un testo che avevamo concordato e poi all’ultimo momento è stato modificato”: così il governatore lombardo Attilio Fontana, a margine della visita a Villa Erba, ha commentato il decreto del governo che entrerà in vigore dal prossimo 26 aprile. “Noi pensavamo fosse il momento di dare dei segnali concreti ai tanti operatori, ristoratori e baristi che si trovano in una situazione inaccettabile. Ci sono delle contraddizioni che non riusciamo a capire. – ha detto Fontana – Per quanto riguarda il coprifuoco, il discorso aveva un valore più che altro simbolico, ma anche in quel caso non è stato preso in considerazione quello che avevamo concordato”.
E sul rientro in classe degli studenti delle superiori dal 70% fino ad arrivare a un massimo del 100%, “Abbiamo fatto fare una valutazione ai tavoli prefettizi – ha sottolineato il presidente della Lombardia – e sulla base della situazione, il 60% era il numero che ci dava la garanzia di poter trasportare gli studenti mantenendo il vincolo del 50% sui mezzi pubblici”.
Malcontento per le regole sancite dal decreto anche da parte del presidente del consiglio regionale lombardo Alessandro Fermi. “Ci sono elementi che non mi hanno convinto – ha detto Fermi – Questa differenza tra i ristoranti all’aperto e al chiuso: l’Italia climaticamente è molto differente e molti locali non sono attrezzati per fare ristorazione all’aperto. Il coprifuoco alle 22 non ha nessuna ragione epidemiologica, quindi lo considero un mantenimento, un elemento negativo. Andava rivisto portandolo fino a mezzanotte. Ci si aspettava qualcosa di più”.