“Senza una buona base di popolazione immune e pressando scuole e trasporti si commettono errori del passato e si corre il rischio di dover richiudere nuovamente a breve”. Il piano di riaperture a partire dal 26 aprile non trova il sostegno dei Verdi di Como e della Lombardia che in una nota hanno messo nero su bianco le motivazioni, senza risparmiare una stilettata al Comune di Como. ”È impensabile – scrivono Elisabetta Patelli e Massimo Capozziello rispettivamente Presidente onoraria dei Verdi della Lombardia e Portavoce dei Verdi della provincia di Como – che la ripartenza significhi di nuovo assalti totalmente fuori controllo del fine settimana alla città, nell’assoluta incapacità gestionale dell’attuale amministrazione”.
I dubbi: campagna vaccinale, trasporti e scuola
Tra i dubbi sollevati in primis spiccano: i ritardi nella campagna vaccinale e i trasporti legati al mondo della scuola, tema quest’ultimo ben noto a Patelli, delegata dall’ufficio scolastico e regionale all’apposito tavolo in Prefettura ha anche elaborato nei mesi scorsi un piano dettagliato su provenienza degli studenti e orari degli istituti.
“Il 26 aprile l’Italia riapre praticamente tutto, con solo il 23% della popolazione vaccinata, per lo più over 80, e scuole al 100%, con docenti solo in parte vaccinati – si legge nel comunicato – Come gestiranno le scuole, a circa un mese dalla fine dell’anno scolastico e nella fase più delicata, ingressi, spazi e sicurezza sanitaria? Come faranno i trasporti? La scienza e la medicina dicono che è un errore”.
“Il paese arriva all’appuntamento delle riaperture con un piano vaccinale deficitario, dove anche il richiamo al rispetto delle regole sembra essere un disperato appello lasciato al buonsenso dei cittadini, mentre il virus circola in maniera radicata su tutto il territorio” si legge ancora.
Quindi la conclusione dei Verdi: “Lo slancio sulle riaperture ha il sapore di cercare improbabili assetti politici che portano incredibilmente a parlare di rischio calcolato. In questo momento non abbiamo le condizioni di mitigazione né sulle probabilità né sul danno, per cui parlare di rischio calcolato è da irresponsabili”.
Viene infine condivisa la necessità di una road map, e ribadita l’insufficienza degli aiuti – definiti mal strutturati e del tutto insufficienti – ai settori economici colpiti dalla crisi.
“L’aiuto migliore per Como – scrivono in conclusione Patelli e Capozziello – è di rilanciare il brand del territorio in vista dell’appuntamento con la stagione estiva, ma questo non può prescindere da un impegno granitico e incessante sulla prevenzione e sulla sicurezza, per garantire finalmente la continuità”.