Focolai Covid in crescita all’interno delle aziende. Sebbene i casi segnalati siano ancora contenuti, l’Ats Insubria rileva l’aumento e lo monitora temendo che questa situazione possa rapidamente aggravarsi. “Dei focolai segnalati negli ultimi sette giorni, il 5% è stato individuato all’interno delle aziende – conferma Paolo Bulgheroni, direttore del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria – Una cifra che potrebbe essere considerata bassa ma che non lo è. Anzi denota una crescita e dunque un fenomeno che deve essere subito messo sotto la lente di ingrandimento”.
“EmerCovid” anche per il mondo del lavoro
Primo passaggio concreto che Ats ha dunque deciso di adottare è il ricorso e l’ampliamento nell’utilizzo, anche per il mondo del lavoro, del portale EmerCovid creato ormai diversi mesi fa come mezzo di comunicazione inizialmente tra l’Ats e i sindaci e poi esteso al mondo della scuola per segnalare i casi postivi, i contatti avuti dal malato e per far scattare le procedure di quarantena. “Sarà necessario collaborare con i datori di lavoro e le parti sociali per fare sistema e tracciare ogni situazione e sospetta e intervenire dove necessario”, spiega Bulgheroni che aggiunge come questo “5% che preoccupa sia equamente suddiviso tra Como e Varese“.
La conferma dei sindacati
E la realtà segnalata dall’Ats Insubria trova riscontro anche sul fronte dei lavoratori. “Si tratta di un tema molto caldo su cui abbiamo la massima attenzione – dice Umberto Colombo, della Cgil di Como – Abbiamo in effetti avuto delle segnalazioni che rispecchiano quando detto da Ats. Stiamo dunque lavorando, ovviamente anche con la parte datoriale, per far sì che siano rispettati al massimo tutte le linee guida”. Parole condivise da Salvatore Monteduro, della Uil del Lario. “Proprio per tali situazioni – dice – e per i possibili rischi è stato aggiornato il protocollo in ambio lavorativo per adeguare tutte le direttive. Basti pensare alla variante inglese e alla sua rapidità nel diffondersi, cosa molto rischiosa in luoghi con molti lavoratori – conclude – Di recente c’è stato un caso nel Comasco di un’azienda con più di 20 dipendenti contagiati”.