Nell’anno della pandemia – nonostante il blocco dei licenziamenti – un dipendente su tre, negli hotel e nelle strutture ricettive di Como, è rimasto a casa.
Un dato che, nella sua semplicità, fotografa in modo drammatico la crisi del settore turistico, fermo dall’anno scorso. E mentre la domanda interna, in estate, aveva permesso a molte stazioni turistiche italiane di restare a galla, altre località stagionali – come il Lago di Como – che si basano sulla clientela estera hanno pagato un prezzo altissimo.
I dati della Camera di Commercio di Como e Lecco
La Camera di Commercio di Como e Lecco ha diffuso i dati sulla consistenza economica del settore turistico lariano. Nel 2019 in provincia di Como gli addetti del comparto erano 18.360, divisi tra strutture ricettive, ristorazione, bar, agenzie di viaggio, tour operator e servizi al turista.
Nel 2020, un anno dopo, 17.084. Quasi 1.300 in meno. Già in questi termini, il calo sarebbe da considerare drammatico. Ma diventa ancor più grave se si guarda dove sono stati persi gli addetti: 1.100 dei quasi 1.300 addetti in meno sono stati persi dalle strutture ricettive, passate da 3.517 a 2.417 occupati.
Ciò significa che alberghi, campeggi e case vacanza hanno perso un dipendente su tre, nonostante il blocco dei licenziamenti. Stagionali non chiamati, contratti in scadenza non rinnovati. Un’emorragia occupazionale.
Rasella: “Speriamo nel vaccino per il movimento dei turisti”
“Il settore turistico conferma la sua centralità per l’intera economia lariana. Il calo degli addetti dovuti al lockdown preoccupa – dice il componente di Giunta camerale Giuseppe Rasella – ma il numero delle localizzazioni attive è cresciuto dell’1% (con un aumento di 70 imprese). Negli ultimi 5 anni Como e Lecco hanno rafforzato la loro posizione in Lombardia, con performance sempre sopra la media regionale in termini di imprese create e di addetti. Anche arrivi e pernottamenti erano in costante crescita fino a inizio 2020; buona parte riguardava turisti stranieri. Per questo oggi è fondamentale sostenere turismo e cultura, vero volano economico dell’area lariana, specie sul piano della liquidità (per dare ossigeno all’intera filiera) e degli investimenti in sostenibilità – conclude Rasella – Sperando in una forte accelerazione della campagna vaccinale che permetta ai visitatori di muoversi in totale sicurezza”.